Per il compleanno di una Signora sexy

 

Questo articolo è stato scritto nel 2016, 50° anniversario della nascita di quella che tutti considerano la più affascinante vettura sportiva degli ultimi, appunto, 50 anni.

 

S. Agata Bolognese – Inizio anni ’60 – Interno giorno.
In un capannone di una fabbrica di mezzi agricoli un capo meccanico sta rigirando tra le mani da alcuni minuti un pezzo di ricambio… un pezzo che in uno strumento di lavoro come quello ha notevole importanza; deve essere robusto, ma pur se di qualità non deve costare uno sproposito perché si sa, gli agricoltori non sono ricchi.
Quel pezzo gli sembra familiare… non vorrebbe, non può crederci, ma quel pezzo a lui sembra uguale a quello di un oggetto molto, molto più costoso e molto, molto meno proletario.
Un oggetto che lui ha tra le mani perché gli è stato chiesto di provare a ripararlo; il suo proprietario, pur essendo un facoltoso imprenditore, è un uomo a cui non piace buttare via il denaro, e gli ha chiesto di provare a riparare la sua auto.
La sua Ferrari 250 GT.
Che sembra avere una predilezione a bruciare le frizioni.
L’imprenditore in questione è tale Ferruccio Lamborghini.
Uomo di instancabile ingegno, ennesima espressione di quella terra tra Modena e Bologna che tanto ha già dato ai motori, ha messo su quasi dal niente una delle più importanti fabbriche di trattori e macchine agricole, la Lamborghini Trattori appunto.
Il capo meccanico si presenta nell’ufficio del principale con la frizione bruciata in una mano e la nuova nell’altra: i pezzi sono uguali…solo che uno costa otto volte l’altro !
Le cronache del tempo parlano di un commento poco lusinghiero di Lamborghini, che si era lamentato in passato proprio di questa tendenza della sua Ferrari a bruciare le frizioni e della sua scarsa affidabilità generale, e della secca risposta di Ferrari “Lamborghini fa degli ottimi trattori, continui ad occuparsi di quelli e lasci che le auto sportive le facciamo noi”. E che questo abbia dato origine al mito Lamborghini. Ma questa forse è una leggenda…
Il capo meccanico spiega al suo principale la sua scoperta…lo stesso pezzo che loro montano in un trattore quel diavolo d’un Ferrari lo usa per una sua vettura ! E se lo fa pagare uno sproposito !
Lamborghini, uomo pratico e sanguigno, intuisce subito il potenziale economico che si nasconde dietro la realizzazione delle auto sportive di lusso; se è vero che una frizione può essere fatta pagare otto volte il suo valore, più o meno altrettanto si può fare con l’auto intera.

Detto fatto, nel Marzo del 1963 nasce la Fabbrica Automobili Lamborghini; nel Novembre dello stesso anno la prima Lamborghini, la 350 GTV, fa il suo debutto al Salone dell’Automobile di Torino.
E’ una bella auto, originale e ben fatta ;il mercato delle auto sportive di lusso riconosce ed applaude il nuovo concorrente.
Ma lui non è contento.
Vuole dimostrare che Lamborghini vuol dire innovazione, visione e capacità tecnologiche superiori. Aver fatto un’auto da 350 cavalli in soli nove mesi partendo da zero per lui non è abbastanza. Vuole fare di più; e meglio. Nasce nella sua mente un’idea straordinaria…
Lui ha in mente un sogno.
Che per ora si chiama solo P400; il nome definitivo verrà dopo, e anche questo sarà frutto di una geniale intuizione del suo inventore. E anche oggetto di una accesa diatriba, ma questa è un’altra storia, che se volete vi racconterò una prossima volta.
Lamborghini indica le linee guida: impostazione da auto da corsa…motore centrale, trazione posteriore, due posti secchi. Incarica un giovane ingegnere, tale Giampaolo Dallara, per il telaio; Dallara si mette al lavoro insieme al fido collaboratore Paolo Stanzani. Ispirandosi ad una vettura d’eccezione, la Ford GT40, realizzano un telaio in scatolato e lamiera d’acciaio, piegata e saldata, semplice ma efficace; ma il V 12 è lungo e allora, ispirandosi questa volta alla molto più popolare Austin Mini, il motore viene piazzato in posizione trasversale, praticamente nella schiena di chi è a bordo.
Il telaio nudo con tutta la meccanica viene esposto per la prima volta al Salone di Torino dell’Ottobre 1965; un’altra leggenda narra che in quel momento quel telaio non avesse un designer incaricato di vestirlo, e che Nuccio Bertone vedendolo dicesse a Lamborghini “io farò la scarpa per il suo piede”.
Ma anche questa – forse… – è appunto una leggenda.
Fatto sta che a Natale dello stesso anno la carrozzeria della P400 è definita al 90%; è passato poco più di un mese dalla presentazione del telaio e quella che sarà l’auto sportiva più iconica di tutti i tempi è nata !
Il tutto ovviamente coperto dal più assoluto segreto; l’auto deve arrivare come un fulmine a ciel sereno al prossimo Salone di Ginevra, poche settimane dopo.
La stampa ha nel frattempo dimenticato quel telaio così strano e avveniristico visto pochi mesi prima, e nessuno si aspetta ciò che sarebbe accaduto di lì a poco…

Ginevra – Marzo 1966 – Interno giorno
In un mattino di Marzo il Presidente della Confederazione Elvetica sta inaugurando il Salone di Ginevra; le porte del Salone dell’Auto si aprono, le luci si accendono. I giornalisti sanno che vedranno molte novità, ma nessuno si aspetta ciò che accade di lì a poco. Allo stand Lamborghini un telo scivola via, rivelando quattro metri e trentasei centimetri di curve incredibilmente sinuose e sensuali, raccordate da un tetto che arriva appena all’altezza dello stomaco.
Gli astanti non credono ai loro occhi.
Davanti a loro c’è la più bella, aggressiva e sfacciata auto sportiva che il mondo abbia mai visto fino a quel momento.
Il suo nome è Miura: Lamborghini Miura.
Una volta sollevato quel telo, le altre novità del Salone scompaiono; nomi come Rolls-Royce, Ferrari, Bizzarrini…tutto è superato da quell’opera sfrontata e incredibile.
E’ nato un Mito.
Frutto della passione di un imprenditore, dell’intuizione di due progettisti geniali, e della matita di quel Marcello Gandini, dello studio Bertone, che legherà il suo nome anche alla Strato’s e a tante altre auto indimenticabili, oltre che a tutte le Lamborghini di Ferruccio.
Ma non è finita.
Tenendo fede al suo temperamento, Lamborghini vuole per la sua auto un lancio indimenticabile; niente conferenze stampa, niente pubblicità sulle riviste…tutto deve iniziare in modo spettacolare, quanto lo è la personalità della sua creatura.
E così sarà, solo poche settimane dopo…

Principato di Monaco – Maggio 1966 – Esterno giorno.
Sono all’incirca le ore 14 del 21 Maggio 1966.
A Montecarlo è il week end del Gran Premio di F1. Arrivando direttamente dagli stabilimenti di S. Agata, il collaudatore Bob Wallace parcheggia il primo esemplare di produzione della Miura, verniciato in uno sfacciato arancione brillante, davanti all’entrata dell’Hotel de Paris a Montecarlo, sulla piazza del Casinò più famoso del mondo.
Subito la voce corre.
Le prove del GP sono terminate da poche ore… è pomeriggio inoltrato; dopo aver lasciato che la notizia del nuovo bolide facesse il giro del piccolo principato, Ferruccio Lamborghini si fa largo tra la folla di curiosi che si accalca intorno all’auto.
Nello scenario più esclusivo e davanti alla platea più competente del mondo Lamborghini risveglia il poderoso 12 cilindri.

Un boato riempie la piazza del Casinò.
E’ nata quella che sarà definita l’auto più sexy degli ultimi 50 anni.
Solo in una cosa il suo pigmalione scoprirà di avere sbagliato; vedendo il prototipo, Lamborghini aveva detto ai suoi collaboratori: “ne venderemo al massimo una cinquantina di esemplari, ma la facciamo lo stesso”. In realtà alla fine della sua vita le Miura vendute saranno quasi 800 !
Buon anniversario, sensuale creatura che affascini ancora, dopo cinquant’ anni.
Buon anniversario, Miura; e grazie di aver condiviso con noi il suo sogno, sig. Ferruccio.

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